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Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:21. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . Biblioteca di studi giuridici politici e sociali 4 Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:33. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:33. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . Charles A. Reich La nuova proprietà Traduzione e introduzione di Francesco D’Urso G. Giappichelli Editore – Torino Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:33. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . Titolo originale: Charles A. Reich, The New Property, 73 Yale Law Journal, 1964, 733-787. Traduzione di: Francesco D’Urso. © Copyright 2014 - G. GIAPPICHELLI EDITORE – TORINO VIA PO 21 - TEL. 011-81.53.111 - FAX: 011-81.25.100 http://www.giappichelli.it ISBN/EAN 978-88-348-7949-8 Stampa: Stampatre s.r.l. - Torino Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941, n. 633. Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o co- munque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta Romana 108, 20122 Milano, e-mail autorizzazioni@clearedi.org e sito web www.clearedi.org. Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:33. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . INTRODUZIONE 1. L’idea di una ‘nuova proprietà’ L’articolo che Charles A. Reich pubblicò nell’aprile del 1964 sul Yale Law Journal, con il semplice ma emblematico titolo The New Property 1, ha costituito, nel corso degli anni, un frequente e quasi inevitabile punto di confronto per di- verse generazioni di studiosi americani: sia per coloro che si sono direttamente impegnati nella ridefinizione dei termini e dei caratteri della proprietà contemporanea, sia per coloro – e forse soprattutto per questi – che si sono invece occupati di welfare state e della tutela dei diritti sociali nel sistema costi- tuzionale statunitense 2. Senza dimenticare, inoltre, l’impatto che la sua visione ha avuto sulla giurisprudenza americana al punto da favorire una ricollocazione del confine tra il legit- timo perseguimento degli interessi privati e l’esercizio dei pubblici poteri 3. La forte sensibilità verso il tema e la fortuna che il suo scrit- to ebbe nel corso degli anni spinsero Reich a ritornare sull’ar- 1 C.A. REICH, The New Property, in Yale Law Journal, 73, 1964, pp. 733- 787. 2 Tra i vari percorsi rammentiamo soprattutto B.A. ACKERMAN, Private Property and the Constitution, New Haven-London 1977. 3 Sul punto cfr. R.H. NELSON, Private Rights to Government Actions: How Modern Property Rights Evolve, in University of Illinois Law Review, 2, 1986, pp. 361-386; F.R. SHAPIRO, The Most-Cited Law Articles, in California Law Review, 73, 1985, p. 1540 ss.; ID., The Most-Cited Law Articles Revisit- ed, in Chicago-Kent Law Review, 71, 1996, p. 751 ss. Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:40. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . La nuova proprietà VI gomento venticinque anni più tardi, con un altrettanto volu- minoso saggio-appendice 4. In verità il grimaldello della new property rappresenta soltan- to una delle possibili risposte che, soprattutto nei decenni Ses- santa-Settanta del secolo scorso, si è cercato di dare davanti all’avanzata delle istanze sociali e alla crisi di un modello pro- prietario non più in grado, nella sua tradizionale formulazione liberale, di reggere all’urto di un sistema economico-sociale così radicalmente trasformato. Quella di Reich, in un certo senso, è l’opzione del ‘giurista’ al cospetto di un’ampia serie di ipotesi teoretiche avanzate prevalentemente da parte degli ‘economisti’. Tra le alternative di maggior successo e di più forte impatto nella letteratura di quegli anni, infatti, non possiamo non men- zionare il noto saggio di Ronald Coase – The Problem of Social Cost 5 – di quattro anni precedente l’articolo di Reich, nel qua- le si afferma diffusamente la necessità di valutare i termini e i limiti dell’esercizio del diritto di proprietà rispetto alla miglio- re efficienza economica che da esso ne derivi. Ispirata al ‘teo- rema di Coase’ si è sviluppata, poi, una scuola di pensiero, eti- chettabile genericamente con l’espressione economic analysis of law, che ha cavalcato, con diverse articolazioni, i principi basilari del ragionamento dell’economista inglese 6. Sul tema proprietario, tra i contributi più rilevanti, ri- cordiamo un articolo del ’67 di Harold Demesetz – Toward a Theory of Property Rights 7 – nonché uno studio di Guido Calabresi (firmato insieme a Douglas Melamed) – Property Rules, Liability Rules, and Inalienability 8. 4 C.A. REICH, The New Property After 25 Years, in University of San Francisco Law Review, 24, 1990, pp. 223-271. 5 R.H. COASE, The Probem of Social Cost, in The Journal of Law and Economics, 1960, 3, pp. 1-44. 6 Sull’analisi economica del diritto cfr. P. CHIASSONI, Law and Econo- mics. L’analisi economica del diritto negli Stati Uniti, Torino 1992. 7 Cfr. H. DEMESETZ, Toward of Theory of Property Rights, in The Ameri- can Economic Review, 1967, 57, pp. 347-359. 8 Cfr. G. CALABRESI-A.D. MELAMED, Property Rules, Liability Rules, and Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:40. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . Introduzione VII Demesetz si concentra, principalmente, sulla connessione tra i cambiamenti delle condizioni economiche e la continua emersione del diritto di proprietà all’interno delle sue dinami- che: in particolare, partendo da una definizione del concetto e del ruolo della proprietà, egli utilizza l’archetipo della land ownership, estendendolo ancheal fenomeno delle corporations, per mostrare in quale maniera le esigenze di ottimizzazione economica delle risorse porti naturalmente ad una ‘fusione’ di beni (coalescing) nelle mani di un unico centro di potere e ge- stione 9. Calabresi, invece, affronta il problema di fondo dell’attri- buzione dell’entitlement (titolarità) – che deve seguire criteri dell’efficienza economica, degli obiettivi distributivi e, in via residuale, di altre ragioni di giustizia – e dei mezzi idonei alla sua tutela – seguendo ‘regole di proprietà’ (tipiche dell’eco- nomia di mercato), ‘regole di responsabilità’ (peculiari di un’economia mista), o il principio dell’inalienabilità (caratteri- stico dell’economia di Stato) 10. Tornando a Reich, gli obiettivi del saggio sono espressa- mente dichiarati: definizione della natura degli interventi stata- li a sostegno di persone fisiche e imprese, analisi del sistema giuridico da esse generato, valutazione del complicato rappor- to tra ‘proprietà’ e ‘interesse pubblico’, descrizione della rin- novata e possibile dimensione individualistica. Nel profondo, però, l’intero discorso reichiano è lunga- mente percorso e pervaso da una vasta serie di punti di con- nessione con le problematiche più ampie e complesse che hanno agitato la riflessione filosofico-giuridica (ed anche poli- tico-economica) tra la metà degli anni sessanta e, soprattutto poi, l’inizio degli anni settanta. In particolare, il nucleo del- Inalienability: One View of the Cathedral, in Harvard Law Review, 85, 1972, pp. 1089-1128. 9 Cfr. H. DEMESETZ, Toward of Theory of Property Rights, cit., p. 354 ss. 10 Cfr. G. CALABRESI-A.D. MELAMED, Property Rules, Liability Rules, and Inalienability, cit., pp. 1089-110. Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:40. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . La nuova proprietà VIII l’articolo è occupato da un’apprezzabile e originale ricostru- zione del rinnovato rapporto tra individuo e Stato. Di fronte al mutamento paradigmatico del secondo, con l’affermazione di un sempre più capillare sistema di welfare, Reich si interroga sul modo in cui gli individui possono ottenere la conservazio- ne delle prerogative giuridiche liberali e, a un tempo, estende- re, mediante lo schema proprietario, quella porzione di perso- nalità inviolabile e inaccessibile all’intervento dei pubblici po- teri. Perciò, le sue ragioni, i suoi orientamenti e le sue conclu- sioni toccano, direttamente o indirettamente, la questione del- la ridefinizione dei valori fondanti del pensiero giusfilosofico moderno, nonché quella della loro ineludibile interrelazione. Libertà, uguaglianza e giustizia sono i principi basilari, i concetti-chiave, i topoi ideologici con i quali la new property deve fare i conti, le tre fiere che si interpongono nell’acciden- tato itinerario teorico che l’allora giovane giurista di Yale in- traprende e percorre. Se volessimo individuare, però, la pietra angolare dell’in- tero lavoro di Reich, più che alla locuzione ‘new property’, che compare – come un’esortazione estrema – solo alla fine del suo ricco percorso argomentativo, bisognerebbe riferirsi al lemma largess (o ancora meglio all’espressione government largess). Traducibile letteralmente in ‘elargizione’ 11, nel vocabolario di Reich esso comprende una variegata ed eterogenea serie di at- tribuzioni e servizi che lo Stato, attraverso i suoi enti e a tutti i livelli, garantisce a persone fisiche e giuridiche in possesso di determinati requisiti e al fine di soddisfare bisogni e interessi ritenuti politicamente meritevoli di ottenere un pubblico so- stegno finanziario. Detto in una sola parola, le largess accolgo- no sotto la loro egida, tutte le prestazioni che il welfare state, in particolar modo quello statunitense, contempla ed esegue. 11 Cfr. S. RODOTÀ, La logica proprietaria tra schemi ricostruttivi e interessi reali, in Quaderni fiorentini per la storia del pensiero giuridico moderno, 5-6 (1976-77). Itinerari moderni della proprietà, II, Milano 1976, p. 882. Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:40. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . Introduzione IX Tuttavia, però, la connotazione semantica di largess non va interpretata in modo rigido o statico, ma va piuttosto intesa in maniera fluida e dinamica. Soprattutto in chiave giuridica, essa subisce un’assoluta metamorfosi tale da consentirgli di incar- nare, a un tempo, pars destruens e pars costruens, i termini del- l’analisi e lo scopo della critica. Reich parte dalla presupposta separazione tra proprietà e ric- chezza: una separazione volta non tanto a decretare, empirica- mente, il corto circuito tra la gestione economica e la titolarità giuridica dei beni – come alcuni decenni prima avevano già no- toriamente sostenuto Berle e Means 12 – quanto a distinguere due sfere concettuali, due diversi ambiti di appartenenza. La ricchez- za ha una natura convenzionale e trae il suo valore (d’uso ma so- prattutto di scambio) dalla struttura sociale di riferimento; la proprietà, viceversa, ha una natura puramente giuridica e, come istituto, ha un’origine eminentemente positiva 13. Tracciati i due poli, è chiaro il percorso che Reich assegna alle largess, alla loro considerazione nel dibattito politico, alla loro qualificazione dal punto di vista giuridico. Ciò che egli predica, fondamentalmen- te, è un cambio di atteggiamento che consenta di oltrepassare la tipizzazione tradizionalmente attribuita alle largess – in particola- re, basata sul principio di gratuità, sulla loro equiparazione a un privilegio e sul carattere autonomo delle loro procedure di asse- gnazione o revoca – per giungere ad una definiva e piena affer- mazione della loro fisionomia di right ed alla possibilità che, in qualsiasi sede giurisdizionale, possano essere taken seriously. In tal senso, in Reich è presente un’idea non dissimile da quella dworkiniana secondo cui i diritti riguardano la sfera in- dividuale e che la loro tutela si eserciti, in prevalenza, ‘contro lo Stato’ 14: ciò che li divide, piuttosto, è la dimensione ‘natura- 12 Cfr. A.A. BERLE-G.C. MEANS, Società per azioni e proprietà privata, trad. it., Torino 1966. 13 Cfr. infra, p. 12. 14 Cfr. G. REBUFFA, Una teoria liberale dei diritti nel declino del Welfare State, in R. DWORKIN, I diritti presi sul serio, trad. it., Bologna 1982, p. 17. Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:40. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . La nuova proprietà X le’ in cui Dworkin li considera, differentemente da Reich che mira di storicizzarli ed emanciparli. Mentre, infatti, nel primo i diritti costituiscono un presupposto necessario e inevitabile onde costruire una determinata teoria giuridica 15, nel secondo il riconoscimento di una nuova forma di proprietà può avveni- re soltanto in una temporalità storica che contempli la possibi- lità di allargamento dei confini pregressi e, dunque, la loro continua ri-affermazione. In definitiva, comunque, nella ricostruzione reichiana, è il tema della ‘gratuità’ a diventare il perno da cui si sviluppano le due questioni centralicirca la descrizione della ‘nuova pro- prietà’: da un lato, infatti, giace la problematica sostanziale, ossia il tentativo di elevare a rango costituzionale la tutela e il riconoscimento dei diritti di welfare; dall’altro, poi, la questio- ne procedurale, strettamente connessa alla prima, ossia la de- finizione dei principi-cardine dell’azione amministrativa nei casi di costituzione, modificazione ed estinzione delle misure concesse. 2. La questione sostanziale: da privilege a right Prima ancora di affrontare il nodo centrale del tema, ovve- ro il rapporto tra principi costituzionali e legislazione, un pri- mo interessante approccio che Reich adotta concerne il pecu- liare modo di intendere la relazione tra pubblico e privato. Dalla sua ridefinizione è possibile cogliere un coerente filo lo- gico che conduce linearmente il giurista ad allentare i confini 15 Una teoria basata sul comune riconoscimento di un concetto di ugua- glianza che sia il presupposto delle scelte politiche e delle decisioni giudizia- rie all’interno di una democrazia costituzionale: “L’istituzione dei diritti è perciò cruciale perché rappresenta la promessa della maggioranza alla mino- ranza che la sua dignità e eguaglianza saranno rispettate” (cfr. R. DWORKIN, I diritti presi sul serio, cit., p. 292). Sul punto pure cfr. G. BONGIOVANNI, La teoria “costituzionalistica” del diritto di Ronald Dworkin, in G. ZANETTI (a cura), Filosofi del diritto contemporanei, Introduzione di Carla Faralli, Mila- no 1999, pp. 248-149. Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:40. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . Introduzione XI della proprietà tradizionale, fino al punto di far assorbire, al- l’interno di essa, l’intera congerie delle largess. Nello specifico, egli parte da una singola interpretazione della ‘funzione pub- blica’ secondo la quale qualsiasi posizione, ruolo o compito so- ciale – giuridicamente istituiti, riconosciuti o tutelati – può es- sere ricompresa in essa. Per Reich l’appaltatore pubblico, il tassista, il medico e perfino la madre di un bambino sono tutti depositari di un ‘ufficio’ pubblico, con maggiore o minore li- bertà e responsabilità, mediante una diretta o indiretta delega che l’ente-Stato ad essi attribuisce 16. Alla base di una così radi- cale posizione affiora un’idea di Stato estremamente densa. Questo viene percepito come uno spazio politico pieno, com- pleto ed inclusivo all’esterno del quale è impossibile pensare qualsiasi forma di socialità giuridificata o giuridificabile. Tale pregiudizio per lo Stato accompagna, in sottofondo, tutta la riflessione di Reich – anche oltre i saggi dedicati alla property 17. Un pregiudizio che si rileva come quello strascico pesante che, nella mente del giurista, era stato generato dalla cupa e controversa stagione del maccartismo, periodo nel qua- le le esigenze della pubblica sicurezza e la tutela dei diritti sog- gettivi erano state drammaticamente in conflitto 18. Una diffi- denza che diventa quasi una ‘ossessione’, culminando nella nozione di public interest state. Reich, infatti, distingue il public interest – fisiologica espres- sione dell’interesse generale o, in una accezione più larga, del bene comune tout court – dal public interest state – la sua pato- logica degenerazione che, malgrado non sia definito del tutto chiaramente, finisce per essere identificato con un esercizio au- to-referenziale e arbitrario del potere pubblico volto al perse- guimento di dubbie finalità politiche o, ancor peggio orientato 16 Cfr. infra, pp. 24-25. 17 Su tutti si pensi a C.A. REICH, The Law of the Planned Society, in Yale Law Journal, Vol. 75, 1966, pp. 1226-1270. 18 Sul punto cfr. C.A. REICH, The New Property After 25 Years, cit., pp. 231-234. Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:40. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . La nuova proprietà XII alla protezione o al raggiungimento di utili particolari, di gruppi dominanti che siano in grado di influenzare e dirigere l’attività dell’amministrazione pubblica, dei suoi enti e delle sue agen- zie 19. Dietro la sua apparentemente nobile facciata, in altre pa- role, si nasconde l’esigenza e il desiderio di creare o tutelare monopoli e oligopoli attraverso una latente e inaccettabile com- penetrazione – e perfino, in alcuni casi, coincidenza – tra ‘con- trollori’ e ‘controllati’, tra organi presupposti garanti e società private, possibili destinatari di aiuti pubblici di varia natura. Ma il passaggio al public interest state, oltre a rappresentare un efficace spauracchio, un luogo figurato verso il quale la so- cietà contemporanea è pericolosamente indirizzata, costituisce l’effetto maggiore di quella progressiva e crescente dipendenza dei singoli – privati e imprese – verso le largess, di quello spo- stamento del baricentro di benessere e ricchezza dagli indivi- dui allo Stato. Questa trasformazione dei rapporti materiali avrebbe una sua inevitabile ricaduta sulla sfera giuridica dei consociati che, a difesa dei propri indispensabili benefici, sono spesso costret- ti a dover barattare gli interventi statali a loro favore con l’e- sercizio di diritti costituzionalmente riconosciuti. Ciò che in particolare si sottolinea, rispetto al rapporto tra diritti fondamentali e benefici sociali, è il fatto che spesso gli individui, per poter espletare le facoltà e i poteri che la Costi- tuzione riconosce loro, devono – indirettamente – rinunciare all’acquisizione o al mantenimento delle largess pubbliche. Le condizioni a cui gli enti e le agenzie governative sottopongono i soggetti beneficiari costituiscono, di fatto, una richiesta di abbandono dei propri diritti. Questo tipo di dinamiche porta Reich a considerare la so- cietà del XX secolo ineluttabilmente proiettata verso la piena affermazione del public interest state, come una forma di neo- feudalesimo 20. Tale affermazione ha una duplice funzione: da 19 Cfr. infra, p. 45. 20 Cfr. ivi, p. 65 e ss. Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:40. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . Introduzione XIII un lato, gli consente di evidenziare l’erosione subita dai diritti soggettivi e, dunque, la crisi di una modernità giuridica, di stampo liberale, che si vuole in qualche modo preservare; dal- l’altro, gli fornisce quell’idealtipo assai congeniale all’elabora- zione di una rudimentale filosofia della storia che attesti la ci- clica e continua emancipazione dell’individuo dallo Stato me- diante lo strumento proprietario. Se si leggono con attenzione gli otto punti con i quali ven- gono riassunte le caratteristiche di questo sistema neo-feudale, si trovano in essi una serie di elementi che dimostrano l’im- plosione di un modello di Stato e, con questo, di un intero e- quilibrio tra i poteri volto a garantire l’autonomia e l’indipen- denza del cittadino 21. In particolare, il sorgere di legislazioni e giurisdizioni speciali nonché la detenzione vincolata delle nuo- ve forme di ricchezza che l’amministrazione pubblica elargisce rappresenterebbero gli aspetti fondamentali di un ritorno ad una relazione Stato-individuo,in cui il secondo, privato di ogni pieno diritto, ridiventa il mero concessionario del primo. Questa condizione spinge Reich ad ipotizzare, allora, l’in- nesco di un nuovo processo di appropriazione da parte dell’in- dividuo, che abbia come oggetto non più vita, libertà e beni, ma proprio le governement largess. La new property, pertanto, prima ancora che definire i caratteri di un nuovo istituto, de- scrive lo sviluppo di un metodo, l’applicazione di un criterio, la formazione di un fenomeno sociale che – si badi bene – nel- la visione del giurista non si affianca parallelamente alle vec- chie forme di possesso, ma tende piuttosto ad assorbirle pro- gressivamente, fino a sostituirle del tutto. ‘Nuova proprietà’ significa, in somma, ripensare una cate- goria giuridica alla luce della contingente e mutata percezione della dialettica tra il potere pubblico e gli interessi individuali. Un ripensamento che ha come presupposto la contrapposizio- ne tra società/Stato e proprietà. Tale contrasto e, soprattutto, tale sovrapposizione terminologica di Stato e società, in questo 21 Cfr. ivi, p. 68. Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:40. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . La nuova proprietà XIV frangente, non vanno lette come una generica o distratta indi- cazione di massima, ma come un preciso richiamo ad un at- teggiamento, teoretico ed ideologico, che Reich critica aspra- mente in quanto causa principale del ridimensionamento del- l’individuo nella realtà giuridica dei suoi anni. La traumatica esperienza della crisi del ’29 aveva persuaso una quota consistente dell’opinione pubblica, del mondo della politica e di una parte egemone della dottrina economica e giuridica del fatto che il ‘privato’ rappresentasse un pericolo costante, se non un vero e proprio nemico, della società e della sua struttura. Tuttavia, sul piano materiale, i tentativi di argi- nare le derive egoistiche che le politiche liberiste – vero impu- tato degli anni della Grande Depressione – avevano favorito, si erano limitati, osserva il giurista americano, a trasferire i poteri di amministrazione, indirizzo e controllo delle scelte economi- che dalla società allo Stato. Da qui deriva la tendenza ad iden- tificarli e a considerarli, su piano meramente teorico, termini parimenti dicotomici rispetto all’individuo. Il ricorso alla property, in verità, nel perseguire l’assi- milazione dei servizi del welfare ai diritti, cela un’ulteriore difficoltà che la proposta di Reich cerca coraggiosamente di aggirare: l’assenza, nel Bill of Rights, di qualsiasi menzione ai c.d. diritti sociali. Diversamente dalle costituzioni euro- pee – specie quelle adottate nel secolo scorso – quella ame- ricana, come noto, non contempla in alcun articolo, sezione o emendamento un richiamo ai diritti di welfare. Questa peculiarità di un testo, frutto di una Weltanschauung libera- le prevalente e dominante nella cultura politica del XVIII secolo nell’area d’influenza anglosassone, determina, ancora nel Novecento, un diverso, e forse anacronistico, avvicina- mento degli studiosi tanto al tema dei social rights quanto a quello della proprietà. Se, infatti, il dibattito europeo è stato caratterizzato – so- prattutto a cavallo tra il secolo XIX e il secolo XX, con l’e- mergere delle ‘questione sociale’ – da una revisione del Rechts- staat ottocentesco, dal riconoscimento di una nuova genera- Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:40. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . Introduzione XV zione di diritti da aggiungere a quelli sanciti nelle varie codi- ficazioni civilistiche e, di contro, ad una riqualificazione della proprietà medesima di fronte all’affermazione di una dimen- sione giuridica non più declinabile soltanto nell’alveo del contesto individualistico-borghese, quello d’oltreoceano ha avuto un differente sviluppo. Più concretamente, se, ad esempio, ripercorriamo le tappe della discussione sulla proprietà che ha contrassegnato i primi decenni del Novecento in Italia e i risultati dottrinari raggiunti nella ricerca americana sul medesimo tema e negli stessi anni, ci troviamo di fronte ad un approccio al tema diametralmente op- posto. In Italia, pur avendo mantenuto formalmente invariato l’istituto privatistico codificato, il confronto tra filosofi e giuristi ha prodotto il riconoscimento della funzione sociale della pro- prietà 22; negli Stati Uniti, una volta decretata la separazione tra proprietà e controllo della ricchezza, attraverso soprattutto l’o- pzione reichiana, si è tentato di procedere in una direzione qua- si speculare, provando ossia ad estendere la sfera d’influenza proprietaria ai diritti di welfare. In sintesi possiamo dire che nel primo caso si è cercato di ‘socializzare’ la proprietà, nel secondo di ‘privatizzare’ i diritti sociali. 3. La questione formale: natura e limiti dei procedimenti amministrativi Il passaggio al public interest state, osservato non più dall’an- golazione dell’individuo ma dalla prospettiva dello Stato, de- termina un corrispondente aumento dei poteri pubblici, del lo- ro ambito di influenza, dei soggetti titolari e della loro capacità decisionale. In particolare, uno dei punti più delicati concerne la facoltà, riposta in un arcipelago di enti e agenzie pubbliche, di assegnare, negare o revocare la miriade di largess che l’ammi- 22 Sul dibattito italiano rimando ad un mio recente lavoro; cfr. F. DURSO, La proprietà. Un dibattito di primo Novecento, Napoli 2012. Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:40. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . La nuova proprietà XVI nistrazione provvede a concedere e riconoscere. L’occhio di Reich è dunque particolarmente attento sia all’iter formativo dei procedimenti amministrativi – ai principi che lo guidano e alle prassi che ne consolidano le scelte – sia, soprattutto, all’esercizio del potere sanzionatorio da parte degli organi di controllo. Una prima considerazione da fare concerne quella correla- zione che il giurista americano coglie tra l’estensione della base giuridica degli interventi della pubblica amministrazione e l’ampliamento del ruolo politico che i suoi enti inevitabilmente acquistano nel normale svolgimento delle loro funzioni 23. Det- to diversamente, se il legislatore istituisce nuove norme che of- frono allo Stato, nelle sue diverse articolazioni, la possibilità di introdurre e distribuire forme di benessere o ricchezza che al- terano la morfologia dell’intera struttura socio-economica di una certa area o di un particolare contesto, ciò automatica- mente incrementa l’opportunità per gli organi preposti a tali mansioni di compiere delle scelte di natura politica che esula- no dalla mera applicazione di norme giuridiche. In una sola parola, la questione sollevata è quella della discrezionalità dell’amministrazione nell’esercizio delle procedure di assegna- zione o diniego delle government largess. A riguardo, nell’articolo emergono due aspetti interessanti in tema di discrezionalità: uno di carattere tecnico-giuridico, l’altro di natura politica. Quanto al primo, esso concerneproprio il rapporto tra produzione normativa e potere discrezionale. Secondo l’ana- lisi reichiana, infatti, più è vasta la regolamentazione, mag- giore è la possibilità di sanzionare e di intervenire discrezio- nalmente sulla vita giuridica. Nel sostenere ciò, il ragiona- 23 Nella sua nota ‘rights thesis’, Dworkin cita espressamente e ripetuta- mente il problema dei sussidi – in particolar modo quelli all’industria – co- me esempio cardine della sua argomentazione-madre, definendoli, non solo per quanto concerne le scelte di legislazione, ma anche per ciò che riguarda la determinazione della casistica giudiziaria, come il frutto di decisioni emi- nentemente politiche. Sul punto cfr. R. DWORKIN, Casi difficili, in ID., I di- ritti presi sul serio, cit., pp. 173-174. Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:40. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . Introduzione XVII mento seguito costituisce una possibile variante di quello kel- seniano, dove la discrezionalità dell’interprete sorge ed au- menta con la constatazione delle maggiore indeterminatezza delle norme adottabili 24: all’impiego di un criterio ‘qualitati- vo’ dell’analisi delle norme giuridiche Reich preferisce un più grezzo, ma tutto sommato utile alla causa, criterio ‘quantita- tivo’ 25. Quanto al secondo, invece, l’elemento critico attiene prin- cipalmente alla mancanza di indipendenza di agenzie, comitati e organi di controllo di varia specie nonché alla quasi totale assenza di vincoli normativi chiari che orientino e limitino en- tro confini certi il loro margine d’azione. Questa lacunosità dell’ordinamento fa sì che i funzionari di tali enti, nel perse- guire scopi politici arbitrariamente individuati o, ancor peggio, nel soddisfare interessi particolari di soggetti forti, soprattutto se titolari di un potere disciplinare o sanzionatorio, esercitino una giurisdizione più restrittiva – se non addirittura in contra- sto con essa – di quella delle corti di giustizia ordinaria. Dato che, infatti, l’oggetto delle loro decisione non è costituito da ‘diritti’ ma da semplici ‘privilegi’, non sono eccepibili dinanzi a loro quelle guarentigie costituzionali che sono, viceversa, un 24 Cfr. H. KELSEN, Lineamenti di dottrina pura del diritto, trad. it., Tori- no ed. 2000, pp. 118-121. 25 Sul tema, un ulteriore parametro di confronto può essere ancora rap- presentato dalla ricostruzione dworkiniana. Distinguendo una discrezionali- tà “in senso debole” – quando presupponiamo l’esistenza di standard a cui il public officer è vincolato – e una “in senso forte” – quando presupponiamo l’assenza di qualunque standard imposto da un’autorità – Dworkin così con- clude rispetto all’azione di un giudice: “La discrezionalità di un giudice non significa che egli sia libero di decidere senza ricorrere a standards di buon senso e giustizia, ma solo che la sua decisione non è controllata da uno stan- dard fornito dalla particolare autorità che si ha in mente quando affrontiamo il problema della discrezionalità”. E dunque “Chi ha discrezionalità in que- sto terzo significato può essere criticato, ma non per essere stato disobbe- diente (…) Di lui si può dire che abbia commesso un errore, ma non che abbia volto ad una delle parti una decisione alle quali aveva diritto” (cfr. R. DWORKIN, Il modello delle regole (I) in ID., I diritti presi sul serio, cit., pp. 103 e 105). Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:40. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . La nuova proprietà XVIII fondamentale strumento di tutela per gli individui nei processi civili e penali. Detto diversamente, l’illecito amministrativo può essere sanzionato attraverso procedure che violino siste- maticamente i principi del due process of law. La problematica affrontata, in altri termini, è la stessa che Hart solleva in Law, liberty and morality 26, ovvero l’esigenza di distinguere il «paternalism» dallo «enforcement of morality», il «justifying the practice of punishment» dal «justifying its amount», la «private immorality» dalla «public indecency», la «preservation of morality» dal «moral conservatism» e, in con- clusione, «moral populism» e «democracy» 27. Tutti aspetti che il giurista inglese riconduce principalmente alla giustizia pena- le, ma concettualmente estendibili anche (o a maggior ragione) al sistema sanzionatorio relativo alle largess. In generale, però, bisogna dire che Reich non considera la discrezionalità come un male da combattere, ma piuttosto – come più avanti vedremo – un principio da mitigare onde ga- rantire una corretta distribuzione delle largess. Ciò che egli, infatti, denuncia è la degenerazione della discrezionalità in ar- bitrarietà. In questo senso, possiamo osservare che non ven- gono scisse del tutto le questioni procedurali da quelle sostan- ziali. L’incertezza e la debolezza dei privati di fronte all’ar- bitrio della pubblica amministrazione non è un problema che investe soltanto la jurisprudence. La negazione o la revoca di una largess, in una società complessa fondata su interrelazioni di dipendenza reciproca tra ogni consociato, può rappresenta- re, per l’esistenza di un individuo o di un’impresa, un danno ben maggiore di una condanna penale. Un danno che può, nei casi più estremi, determinare una vera e propria morte civile. L’insistente richiamo di Reich a casi giudiziari concernenti le pensioni di vecchiaia, gli appalti alle imprese, le licenze profes- sionali o i sussidi di disoccupazione contribuiscono a delineare uno spaccato di vita reale di una società che, al di là delle agia- 26 H.L.A. HART, Law, liberty and morality, London 1963. 27 Cfr. op. cit., passim. Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:40. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . Introduzione XIX tezze ostentate, presenta al suo interno una serie di contraddi- zioni e criticità difficilmente risolvibili attraverso il logorato armamentario dogmatico – e ideologico – che una civiltà giu- ridica di ispirazione liberale ha, nel corso dei secoli, sedimen- tato nella mente e nell’animo dei suoi interpreti. In un certo senso, del resto, neanche Reich sfugge a questo imprinting: da giurista positivo quale è, egli confida fermamen- te nelle garanzie di un due process of law e nella possibilità di fornire, grazie ad esso, quella adeguata tutela degli interessi particolari del singolo innanzi agli organi di controllo della pubblica amministrazione. Nella sua lettura non affiora ancora quello scetticismo critico che caratterizzerà, ad esempio, pagi- ne importanti della ricerca di Dworkin. Un Dworkin che, rife- rendosi al due process of law e all’equal protection of the law, non esita a definirli standard «vaghi», sebbene poi specifichi che vanno considerate «vaghe clausole costituzionali» solo «in quanto riferentisi ai concetti che impiegano, come legalità, uguaglianza e crudeltà» 28. In tal senso, mediante la sua nota distinzione tra ‘concetti’ e ‘concezioni’ apre (o chiude …) la strada all’intervento sostanziale di legislatore e giudice. For- mulazioni come due process of law ed equal protection of the law possono esseredefinite ‘vaghe’ soltanto se «le consideria- mo come tentativi parziali o incompleti o schematici per porre particolari concezioni» 29; ma se, viceversa, «le consideriamo come appelli ai concetti morali non potrebbero essere rese più precise, anche se formalmente in modo più dettagliato» 30. Malgrado, dunque, in Reich sottigliezze dottrinarie del ge- nere non siano né presenti né deducibili, si può tranquillamen- te affermare che la questione del ‘giusto processo’ rimane co- 28 Cfr. R. DWORKIN, Casi Costituzionali, in ID., I diritti presi sul serio, cit., pp. 241 e 245. 29 Cfr. ivi, p. 246. Il corsivo è Nostro. 30 Ibidem. Non va dimenticato che in Dworkin, del resto, viene meno an- che la necessità di garanzie processuali come base del liberalismo. A riguar- do cfr. G. REBUFFA, Una teoria liberale dei diritti nel declino del Welfare Sta- te, in R. DWORKIN, I diritti presi sul serio, cit., p. 15. Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:40. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . La nuova proprietà XX munque propedeutica rispetto alla soluzione di contenuto – l’individuazione di una new property attraverso una interpreta- zione estensiva del V Emendamento – che viene pur sempre rimessa nelle mani di corti, tribunali e organi giurisdizionali di ogni tipo e formazione. 4. ‘Nuova proprietà’ e distribuzione della ricchezza: il pro- blema dell’uguaglianza Il tema della ‘new property’ paradossalmente, nella rico- struzione reichiana, pur investendo i diritti sociali, non si im- batte mai veramente in quello dell’uguaglianza sostanziale. Se, come già ricordato, nel contesto europeo, l’affermazione a li- vello costituzionale di determinati diritti ha pacificamente rap- presentato lo svolgimento di un principio egualitario nell’alveo delle dinamiche socio-economiche, in Reich tali diritti riman- gono saldamente ancorati all’individuo e, dunque, alla sua li- bertà e al suo benessere. L’uguaglianza è il grande assente in un discorso che, inchiodato ad una prospettiva insistentemen- te individualistica, resta rigidamente chiuso nel recinto dell’in- teresse economico privato e della soggettività giuridica. Dunque, non è tanto un’esigenza di redistribuzione sociale che preme a Reich (e quindi l’aspetto politico-economico), quanto piuttosto la necessità di legittimazione giuridica delle procedure che ne determinano il riconoscimento e la tutela, oltre che il diniego e la revoca. Pertanto se interpretiamo la sua analisi con le lenti del ‘filosofo’, troveremo innumerevoli criticità, del tutto irrisolvibili all’interno o attraverso il testo; se invece lo leggiamo con lo sguardo del ‘giurista’, possiamo co- gliere limpidamente la ragionevolezza delle esigenze rivendica- te e dei pericoli paventati. In particolare, il limite ‘politico’ della sua lettura appare, in verità, il seguente: equiparare i diritti di welfare alla proprietà non rappresenta un problema nel momento della acquisizione del diritto. Anche la più sacrale delle definizioni proprietarie Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:40. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . Introduzione XXI non implica l’estensione sostanziale di uno ius – in senso hob- besiano – ma semplicemente la tutela di una situazione pre- esistente. In altre parole, non si afferma con ciò il diritto ad avere diritto – per utilizzare una formula attualmente in voga – ma la garanzia di un diritto già acquisito. Il riconoscimento non è ex ante ma ovviamente ex post: come la difesa della pro- prietà non determina la necessità che tutti siano proprietari di una certa quantità di beni, così l’eventuale affermazione di un identico diritto a qualsiasi largess, non ha l’effetto di attribuire ad ogni cittadino una quota minima di welfare. Il problema principale di Reich, come visto, non è quello delle disuguaglianze, ma quello dell’arbitrio: raramente emer- ge nel rapporto intersoggettivo – inter homines – ma quasi sempre, o in ultima analisi, nella relazione individuo-Stato, soggetto privato-pubblico potere. Un problema, quello delle disuguaglianze, che è invece in nuce all’analisi di un autore come Rawls, soprattutto per quanto concerne la possibilità di «organizzare le istituzioni di una democrazia costituzionale» sulla base dei suoi due principi di giustizia, ed anche la com- patibilità delle «quote distributive» che essi determinano con «le nozioni di giustizia proprie del senso comune» 31. Approfondendo i saggi rawlsiani degli anni sessanta – coevi all’indagine di Reich e ‘preparatori’ della sua ‘teoria della giu- stizia’ – si scorge, in essi, che il legame tra le agencies e il loro potere si risolve nella descrizione dei due ‘settori’ (quello «al- locativo» e quello «per la stabilità») che insieme devono «pre- servare l’efficienza dell’economia di mercato in generale» con la determinazione di un «minimo sociale» 32. Ad essi se ne ag- 31 Cfr. J. RAWLS, Giustizia distributiva, in ID., La giustizia come equità. Saggi 1951-1969, a cura di Giampaolo Ferranti, Napoli 1995, p. 195. E più avanti così completa: “(…) le disuguaglianze che influiscono sui prospetti di vita, per esempio quelle di reddito e ricchezza che esistono tra classi sociali, devono essere vantaggiose per tutti” (cfr. ivi, p. 197). 32 Cfr. J. RAWLS, Giustizia distributiva, cit., p. 207. Quando Rawls parla di minimo sociale cerca di definire l’entità secondo i principi di giustizia: un’entità che prende corpo col concetto di “tasso di giusto risparmio” (cfr. ivi, p. 217). Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:40. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . La nuova proprietà XXII giungono altri due, quello dei «trasferimenti» e quello «distri- butivo» che hanno, rispettivamente il compito di garantire «un certo livello di benessere» e «una distribuzione appositamente giusta di reddito e ricchezza» 33. I primi due hanno, weberia- namente, un rapporto con l’economia e le sue regole, i secondi con la società e i suoi bisogni; i primi seguono principalmente l’utilitaristico e ‘paretiano’ «principio di efficienza», i secondi il «principio di differenza», creatura tutta rawlsiana, conside- rato più conforme alle esigenze di compatibilità con i suoi me- desimi principi di giustizia 34. 5. Segue: il problema della giustizia I due punti su cui, però, l’analisi di Reich e la teoria di Rawls si intersecano sono i seguenti. In primo luogo, sulla necessità di «costruire e amministrare in modo imparziale un sistema di isti- tuzioni giusto» 35: un sistema a cui occorre «un funzionamento armonioso dei quattro settori di governo» – prima menzionati – e l’esistenza di «una procedura tale che la distribuzione effettiva della ricchezza, qualunque risulti essere, è giusta» 36. In secondo luogo, sull’equiparazione dei beni del welfare a quelli tradizionalmente considerati supremi dalle dottrine libe- 33 Cfr. J. RAWLS, Giustizia distributiva, cit., pp. 208-209. 34 Cfr. J. RAWLS, Giustizia distributiva: alcune aggiunte, in ID., La giusti- zia come equità, cit., p. 234 ss. 35 Cfr. J. RAWLS, Giustizia distributiva, cit., p. 219. 36 Ibidem. Per Rawlstale procedura – che egli distingue da una ‘perfet- ta’ che fornisce un “criterio indipendente per decidere quale risultato è quello giusto” (cfr. J. RAWLS, Giustizia distributiva, cit., p. 218) ed un’altra imperfetta, dalla quale, pur seguendo norme e procedimenti corretti, “si può ottenere un risultato ingiusto” (cfr. ibidem) – non può che essere una procedura pura, “poiché non c’è alcun criterio indipendente mediante cui si può giudicare il risultato” (cfr. J. RAWLS, Giustizia distributiva, cit., p. 219). Una procedura pura che egli individua nello schema del gioco d’az- zardo (cfr. ivi, p. 218). Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:40. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . Introduzione XXIII rali: per Rawls, in sintesi, «tra i beni primari vi sono libertà e opportunità, reddito e ricchezza, salute e intelligenza» 37. Mentre la prima coppia risponde ad un generico principio di uguaglian- za formale, all’origine delle altre due sussiste una naturale disu- guaglianza giustificata e ‘corretta’ dal principio di differenza, vera chiave di volta dell’intero apparato teoretico rawlsiano 38. Il problema della giustizia, relativamente al rapporto tra li- bertà costituzionali e utilità sociale, è ben presente alla critica di Reich quanto a quella di Rawls 39. Se in quest’ultimo si fa strada il bisogno di individuare – attraverso la giustizia – quel «concetto morale minimale» che in via unica ed esclusiva può garantire le libertà – diversamente dall’utilità sociale, nell’auto- re di Greening of America c’è la consapevolezza di una frattura (tra libertà e proprietà) che si vuol sanare mediante un’e- stensione della seconda che consenta di abbattere il confine ideologico tra ‘giusto’ e ‘utile’ 40. Un muro che la teoria di Ra- wls contribuirà, invece, ad innalzare. In Reich, però, la dimensione dello justum è sempre ricon- 37 Cfr. J. RAWLS, Giustizia distributiva: alcune aggiunte, cit., p. 233. 38 Da qui deriva, in fondo, quello che Rawls definisce “l’ethos di una so- cietà democratica”, ossia la capacità di anteporre i bisogno “dei meno avvan- taggiati” con l’obiettivo di “massimizzare le loro prospettiva a lungo termine con le libertà di eguale cittadinanza” (cfr. J. RAWLS, Giustizia distributiva, cit., p. 225). Sul punto, osserva correttamente Giampaolo Ferranti: “In sin- tesi, l’applicazione dei principi di giustizia alla struttura fondamentale della società e la giustificazione su tale base delle eguali libertà costituzionali con- figura una distinzione, d’ora in avanti acquisita alla dottrina rawlsiana, tra la sfera dell’uguale cittadinanza e la sfera, ad essa subordinata, delle disugua- glianze economiche e sociali” (cfr. G. FERRANTI, Introduzione a J. RAWLS, La giustizia come equità, cit., pp. XXXIV-XXXV). 39 Scrive Rawls: “Il concetto di giustizia è diverso da quello di utilità so- ciale per il fatto che la giustizia considera la pluralità delle persone come fondamentale, mentre la nozione di utilità sociale no. (…) La concezione dell’utilità estende il principio di scelta razionale per una persona al caso di una pluralità di persone” (cfr. J. RAWLS, La libertà costituzionale e il concetto di giustizia, in ID., La giustizia come equità, cit., p. 139). 40 Cfr. J. RAWLS, La libertà costituzionale e il concetto di giustizia, cit., p. 108. Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:40. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . La nuova proprietà XXIV ducibile, in ultima analisi, alla questione del public interest e al rischio che esso sia, in qualche modo, potenzialmente in con- flitto con la tutela di posizioni particolari o di gruppo. Nono- stante, come più volte indicato, la prospettiva reichiana si ali- menta della dicotomia individuo-Stato, non in tutti i passaggi i singoli status corrispondono all’esercizio di un interesse sog- gettivo. Talvolta, invece, essi rappresentano la sfera di ricono- scimento giuridico di un’intera porzione di società, di un de- terminato settore economico, di una circoscritta collettività organizzata. Nondimeno, però, queste forme di soggettività diverse dall’individuo finiscono per essere pur sempre imma- ginate nella loro singolarità, secondo una concezione organi- camente olistica che non consente di pensare ad una struttura sociale composta di ‘corpi intermedi’ capaci, appunto, di ‘me- diare’ tra individuo e Stato. Per quanto contemplate empiri- camente nella disamina del contingente, le organizzazioni so- ciali vengono considerate o come ‘vittime’ dell’incontrastato potere dell’amministrazione pubblica, o ‘carnefici’ che annien- tano i soggetti deboli manipolando, direttamente o indiretta- mente, gli enti e le agenzie di quella medesima amministrazio- ne pubblica. Da qui deriva l’urgenza di un istituto costituzionalmente ‘rinforzato’ che, sostituendo gradualmente la proprietà tradi- zionale, possa garantire protezione all’individuo. Per compiere questa svolta tre sono i principi che devono guidare legislazio- ne, giurisdizione e prassi amministrativa affinché si determini una giusta ed equa assegnazione delle largess: il principio di pertinenza (relevance), il principio di discrezionalità e quello del divieto di delega a privati del controllo e della sommini- strazione 41. Il primo dovrebbe limitare la possibilità di diniego e revoca delle largess alla mera analisi dei requisiti di accesso alle medesime; il secondo, invece, dovrebbe vincolare il potere sanzionatorio, dei vari organi preposti, alla sola violazione del- le norme specificamente inerenti e connesse alle prestazioni 41 Cfr. infra, p. 92 e ss. Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:40. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . Introduzione XXV fornite dallo Stato a vantaggio dei soggetti destinatari; il terzo, infine, dovrebbe escludere la possibilità di affidare pubblici poteri ad organismi che sarebbero, in principio, privi di qua- lunque legittimità e incapaci di garantire efficienza e imparzia- lità. Presi nel loro insieme, i tre principi esposti da Reich sem- brano convergere verso un’idea di riconoscimento giuridico di determinate scelte politiche nell’operato degli enti statuali pre- posti alla produzione, all’esecuzione e all’applicazione di nor- me, che riflettono l’inestricabile legame tra le ragioni del dirit- to e i bisogni economici. Lontano dall’idea hartiana di ricono- scimento, la posizione di Reich appare sospesa tra la prospet- tiva di Alf Ross – che ne estendeva il raggio d’azione a tutti i tribunali 42 – e la visione di Joseph Raz – che invece la limitava soltanto agli organi supremi 43. 6. ‘Nuova proprietà’ e personalità: il problema della libertà La già accennata scissione tra proprietà e libertà, in real- tà, costituisce un momento saliente di un’altra tematica rei- 42 “(…) Il fondamento del sistema giuridico (…) consiste di direttive che non concernono direttamente il modo di risolvere una controversia giuridi- ca, ma indicano il modo secondo il quale il giudice dovrà procedere per sco- prire la direttiva o le direttive rilevanti per la controversia di cui si tratta. È chiaro che questa ideologia puòessere rilevata soltanto nel comportamento effettivo dei giudici” (cfr. A. ROSS, Diritto e giustizia, trad. it., Torino 1990, pp. 72-73). 43 “In alcuni sistemi giuridici vi possono essere disposizioni di legge che obbligano certi organi ad applicare tutte le disposizioni che adempiono a certe condizioni, e può essere che queste disposizioni siano di fatto tutte le disposizioni del sistema. Ma anche quando esistono tali disposizioni, il che sempre avviene, le disposizioni del sistema appartengono al sistema non a causa di queste regole di riconoscimento, ma perché sono riconosciute dagli organi primari” (cfr. J. RAZ, Il concetto di sistema giuridico, trad. it, Bologna 1970, p. 266). Sul riconoscimento in Raz e il confronto con Hart e Ross cfr. P. COMAN- DUCCI, Introduzione a J. RAZ, Il concetto di sistema giuridico, cit., p. 20). Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:40. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . La nuova proprietà XXVI chiana: il rapporto tra personal right e property right 44. Il cor- to circuito che investe due forme di diritto percepite, da sempre, come un’identità indissolubile all’interno della dog- matica giuridica tradizionale è un’ulteriore prova della crisi della proprietà classica, della perdita del suo humus filosofi- co e della trasformazione che costringerebbe dottrinari e in- terpreti a decretare la necessità della sua rifondazione. La maggiore urgenza derivante da questa certificazione, secon- do Reich, è dettata proprio dal drastico e repentino impove- rimento che la tutela della libertà individuale ha subito, so- prattutto nella vita quotidiana e nell’abituale consolidarsi, giorno per giorno, delle prassi sociali. Del resto, osserva il giurista americano, il Bill of Rights, con l’intero apparato dei suoi principi – compreso quelli del V Emendamento – inter- viene sporadicamente a difesa della libertà: la proprietà – in- tesa qui come istituto civilistico di diritto positivo – costitui- sce la garanzia costante della stessa, la sua costante e ripetu- ta affermazione 45. Nel sostenere questa tesi, Reich, in un certo senso, ci fa ca- pire che una tutela di rango costituzionale della proprietà è sempre prodromica rispetto al regolare riconoscimento del mutamento di oggetto – non di natura – dell’istituto proprie- tario e del suo profilo normativo. Ma ci fa comprendere anche un’altra sua importante convinzione: la libertà civile, che si realizza attraverso le facoltà, i poteri e le garanzie concesse dal diritto privato, rappresenta il presupposto materiale della li- bertà politica dal momento che essa si dimostra il più efficace e comodo strumento di difesa contro lo strapotere della ‘mag- gioranza’. Una maggioranza che, in ambito giuridico piuttosto che politico, è sempre raffigurabile con quell’ambiguo bino- mio di società e Stato. 44 Sul tema proprietà-libertà Reich torna spesso, in particolare in un sag- gio del 1990; cfr. C.A. REICH, The liberty impact of the New Property, in Wil- liam and Mary Law Review, vol. 32, 1990, pp. 295-306. 45 Cfr. infra, p. 72. Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:40. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . Introduzione XXVII In questo tratto del discorso, Reich fonde l’originaria e loc- kiana visione liberale del diritto con una preoccupazione tutta tocquevilliana circa i ‘pericoli’ di una società democraticamen- te governata 46; una preoccupazione a cui Reich, però, continua a rispondere con il più vetusto – seppur ‘riformato’ – topos proprietario. Ma se, allora, da un punto di vista oggettivo, soltanto una ‘nuova proprietà’ può giuridificare nuove tipologie di ricchez- za e benessere, da un punto di vista soggettivo, il requisito che determina l’accesso ai diritti di welfare è costituito dall’acqui- sizione di uno status. Lo status rappresenta, infatti, l’asse at- torno al quale ruota il denso coacervo di rivendicazioni indivi- duali, una volta riconosciuta la natura giuridica delle govern- ment largess. L’emergere della sua funzione determina implici- tamente la scomparsa dell’individuo sic et simpliciter, tanto nella versione spoglia della filosofia hobbesiana quanto nella traduzione lockiana irrobustitasi con il possesso di sé, della propria vita e dei propri beni. L’individuo, in sostanza, scom- pare per far posto ad un soggetto la cui posizione sociale con- diziona la sua capacità d’accesso ai benefici economici del wel- fare state. In verità, muovere da tale nozione può essere stimata come un’operazione efficace, su un piano pratico, ed anche corretta da un punto di vista teorico, soltanto se si accetta, però, di ac- cantonare del tutto le categorie del moderno, rimodulando 46 Che sarà, ancora una volta, anche il problema di Dworkin: “Se non esiste un generale diritto di libertà, perché i cittadini in ogni democrazia hanno diritto a qualche specifico tipo di libertà, come la libertà di parola, di religione o di attività politica?” (R. DWORKIN, Quale diritto abbiamo?, in ID., I diritti presi sul serio, cit., p. 322). Un problema che, diversamente da Reich, egli risolverà derivando la libertà dall’uguaglianza: “Propongo (…) che i diritti individuali a libertà particolari siano riconosciuti solo quando si può dimostrare che il diritto fondamentale al trattamento come uguali comporta questi diritti. Se ciò è corretto, allora il diritto a libertà particolari non entra in conflitto con ogni concorrente diritto all’ugua- glianza, ma al contrario scaturisce da un fondamentale concetto di ugua- glianza” (cfr. ivi, p. 325). Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:40. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . La nuova proprietà XXVIII concetti e schemi appartenenti ad un modus pensandi antico o medievale, ovvero – se si vuole – proponendo soluzioni nuove che ne segnino intenzionalmente il suo superamento. Mai l’idea di status può rappresentare l’apertura verso una visione d’insieme che rinverdisca i cardini della modernità giuridica, né tanto meno può costituire lo strumento ermeneutico per tracciare una coerente e credibile linea di continuità con il pensiero tradizionale. Un pensiero e, soprattutto, un’imposta- zione che Reich, in tanti passaggi cruciali, come appurato, sembra voler invece – consapevolmente o inconsciamente – conservare e prolungare. Nonostante le aporie evidenziate, ciò che in estrema sintesi emerge, è che i principi di uguaglianza e giustizia, con la ridu- zione dei diritti sociali a property, non acquistano mai nell’ar- gomentare reichiano un ruolo preminente né un proprio e au- tonomo sviluppo, ma finiscono quasi per diventare meri attri- buti della libertà, l’unico vero valore che il giurista americano persegue in tutta la sua narrazione. In Reich si può, dunque, parlare di una libertà ‘giusta’ e, ancor più, di una libertà ‘uguale’ 47. Francesco D’Urso 47 Una locuzione, quest’ultima, che dà il titolo ad un interessante volume di qualche anno fa di Ian Carter nel quale si affronta, tra gli aspetti principa- li della discussione teorica in merito alla possibilità di parlare di un diritto all’eguale libertà, proprioal nesso esistente con il tema della proprietà priva- ta; in particolare cfr. I. CARTER, La libertà uguale, Milano 2005, pp. 150-186. Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:40. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . NOTA BIO-BIBLIOGRAFICA Charles A. Reich nasce a New York il 20 maggio 1928. Fi- glio di immigrati (padre ungherese, madre tedesca), dopo la scuola superiore frequenta l’Oberlin College, in Ohio, dove si laurea in Storia nel 1949. Nello stesso anno viene ammesso alla Yale Law School, prima vera svolta della sua vita professiona- le. A Yale ottiene il Bachelor of Laws nel 1952 e pubblica i suoi primi articoli sul Yale Law Journal (Pre-Trial Disclosure in Criminal Cases e New York’s New Indeterminate Sentence Law for Sex Offenders, entrambi nel 1951). Negli anni appena successivi si trasferisce a Washington e diventa collaboratore (law clerk) del giudice Hugo L. Black della Corte Suprema degli Stati Uniti: un’esperienza decisiva per la sua formazione durante la quale, occupandosi in parti- colar modo del Barsky case (cfr. infra, p. 78 e ss.), sviluppa il suo interesse e le sue prime idee sul tema della proprietà. Nel 1954 si dedica all’avvocatura lavorando presso diversi e impor- tanti studi legali, ma già nel 1955 riceve l’invito dalla Yale Law School ad intraprendere la carriera accademica. Dopo cinque anni interlocutori, nel 1960, ritorna a Yale dove diventa associate professor of law fino al 1974. Sono gli anni più intensi e più fecondi della sua attività scientifica. Ol- tre al celebre saggio The New Property del ’64, Reich si dedica a varie e numerose tematiche. Tra i saggi di maggior interesse, sempre pubblicati sul YLJ rammentiamo: The Public and the Nation’s Forests (1962), Midnight Welfare Searches and the So- cial Security Act (1963) e soprattutto Individual Rights and So- cial Welfare: The Emerging Legal Issues (1965). Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:48. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . La nuova proprietà XXX Nel 1970 dà alla luce il suo lavoro più noto, The Greening of America – tradotto in italiano nel 1972 con il titolo La Nuo- va America (cfr. C.A. REICH, La Nuova America, trad. it., Mi- lano 1972) – un’ampia, eclettica ed originale descrizione della società americana, delle sue differenti problematiche e delle sue possibili soluzioni. Il volume, che fonde profili storici, ana- lisi sociologica e teoria politica, riflette in pieno il clima cultu- rale del suo tempo al punto da regalargli una fama inaspettata e improvvisa, ma, parallelamente, al punto da esporlo alle dure critiche – salvo rare ma significative eccezioni – da larga parte del mondo accademico. L’eco di The Greening America e il conservatorismo crescen- te nella Yale Law School conducono Reich ad un progressivo allontanamento dalla vita universitaria che culmina nell’abban- dono dell’insegnamento, nel 1974, e nel susseguente trasferi- mento a San Francisco. Qui compone, nel 1976, il libro auto- biografico The Sorcerer of Bolinas Reef, testo nel quale i trascor- si del giurista e studioso si fondono con gli anditi più intimi e profondi della sua personalità e della sua esistenza privata. Negli anni successivi Reich ritorna sporadicamente a tenere corsi universitari. Negli anni ’80 è visiting professor, dapprima presso l’University of San Francisco Law School, poi presso l’University of California at Santa Barbara. Dal 1991 al 1995, per volontà e interessamento dell’amico Guido Calabresi, tor- na a Yale con un corso intitolato “The Individual Sector”. Al termine di quest’ultima esperienza pubblica il saggio Opposing the System. Vive, tuttora, a San Francisco nel quartiere residenziale di Russian Hill. Per una dettagliata e completa ricostruzione bio-bibliogra- fica di Charles A. Reich, in particolare cfr. R.D. CITRON, Charles Reich’s Journey From the Yale Law Journal to the New York Times Best-Seller List: The Personal History of The Greening of America, in New York Law School Law Review, 52, 2007-08, pp. 387-416. Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:48. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . ABBREVIAZIONI A. 2d Atlantic Reporter – Second Series aff’d (giudizio) confermato App. Div. Appellate Division Reports App. Div. 2d Appellate Division Reports – Second Series Atl. Atlantic Reporter C. D. Central District C. P. Ohio Ohio Courts of Common Pleas Cai. R. Caines’ Reports Cal. 2d California Reports – Second Series Cal. App. 2d Court of Appeal of California Re- ports – Second Series Cal. Bus. & Prof. Code California Business & Professions Code Cal. Penal Code California Penal Code Cal. Rprt. California Reports cert. denied procedimento negato cert. granted procedimento ammesso Ch. Chapter Cir. Circuit Court of Appeals Colum. L. Rev. Columbia Law Review Cong. Rec. Congressional Records Ct. App. Court of Appeal Ct. Cl. (United States) Court of Claims D. C. District of Columbia ovvero Divi- sional Court D. C. Munic. Ct. App. District of Columbia Municipal Court of Appeals Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:55. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . La nuova proprietà XXXII D. D. C. District of Columbia D. Del. District of Delaware D. N. J. District of New Jersey E. D. Ark. Eastern District of Arkansas Encyc. Soc. Sci. Encyclopaedia of the Social Sciences F. 2d Federal Reports – Second Series F. Supp. Federal Supplement Geo. Wash. L. Rev George Washington Law Review Harv. L. Rev Harvard Law Review Ill. 2d Illinois Reports – Second Series In re in materia di Kan. Kansas Reports L Ed. United States Supreme Court Reports – Lawyers’ Edition L. J. Rep Law Journal Reports Md. Maryland Reports Misc. 2d Miscellaneous Reports – Second Se- ries N. E. 2d North Eastern Reporter – Second Se- ries N . J. Stat. Ann. New Jersey Statutes Annotated N . J. New Jersey Reports N. W. North Western Reporter N. W. 2d North Western Reporter – Second Series N. Y. New York Reports N. Y. 2d New York Reports – Second Series N. Y. L .J. New York Law Journal N. Y. S. 2d New York State Reports – Second Series N. Y. U. L. Rev. New York University Law Review New Jersey Stat. Ann New York Statutes Annotated Ohio App Court of Appeal of Ohio Reporters P. Pacific Reporter P. 2d Pacific Reporter – Second Series Pa. Pennsylvania Reports Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:55. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . Abbreviazioni XXXIII Pa. Stat. Ann. Pennsylvania Statutes AnnotatedQ. B. Queen’s Bench Race Rel. L. Rep Race Relations Law Reports Rev. Stat. Ann Revised Statutes Annotated rev’d (giudizio) ribaltato rev’d per curia on other grounds (giudizio) ribaltato dalla corte sulla base di altri principi Rptr. Reports S. Ct. Supreme Court (Reporter) Sta. L. Rev. Santa Clara Law Review Stat. Statutes at Large Super. Ct. Supreme Court (Reporter) Supp. Supplement Tit. Title U. C. L. A. L. Rev. UCLA Law Review U. Ill. L. F. University of Illinois Law Forum U. Pa. L. Rev. University of Pennsylvania Law Re- view U. S. C. United States Code U. S. United States Reports Va. L. Rev. Virginia Law Review vacated (giudizio) annullato W. D. Mich. Western District of Michigan W. D. Tex. Western District of Texas Wash. 2d Washington Reports – Second Series Wheat. Wheaton’s Reports Wis. Wisconsin Reports Wyo. Stat. Wyoming Statutes Wyo. Stat. Ann. Wyoming Statutes Annotated Yale L. J. Yale Law Journal Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:55. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . La nuova proprietà XXXIV Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:10:55. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . LA NUOVA PROPRIETÀ * L’istituto giuridico della proprietà costituisce il principale presidio del problematico confine tra l’individuo e lo Stato. Esso non è l’unico custode: molti altri istituti, norme e prassi hanno simile destinazione, ma in una società che valorizza so- prattutto il benessere materiale il potere di controllarne una particolare porzione investe il fondamento stesso dell’indivi- dualismo moderno. Negli ultimi dieci anni, tra i fenomeni più importanti verifi- catisi negli Stati Uniti, si registrano senz’altro l’emersione e lo sviluppo di una pubblica amministrazione tramutatasi nel maggiore strumento di arricchimento per il paese. Essa è un sifone gigante che, da un lato, assorbe risorse accrescendo i suoi poteri, dall’altro, distribuisce forme di benessere: assegni, indennità, servizi, contratti, concessioni e licenze. Lo Stato ha sempre avuto questa funzione, ma se un tempo era assai con- tenuta, la distribuzione di largess, oggigiorno, avviene su va- stissima scala. I beni dispensati dalla pubblica amministrazione si concre- tizzano in molte e diverse tipologie, tuttavia congiunte da una caratteristica comune: esse stanno prendendo progressivamen- te il posto delle tradizionali tipologie di beni, ossia quelle for- me abitualmente considerate e definite come proprietà privata. Un’assicurazione sociale può surrogare i risparmi privati; un appalto pubblico può sostituire l’intera clientela di un uomo d’affari. La ricchezza di un numero sempre crescente di citta- dini americani dipende da un certo rapporto con la pubblica * C.A. REICH, The New Property, 73 Yale L.J. 733 (1964). Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:07:47. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . La nuova proprietà 2 amministrazione. Sempre più spesso questi soggetti vivono di largess, assegnate dagli enti pubblici con criteri propri e man- tenute dai destinatari a condizione che la loro posizione sia tangibilmente congrua al perseguimento dell’“interesse pub- blico”. L’incremento delle largess pubbliche, accompagnato dalla formazione di uno specifico e corrispondente ordinamento giuridico, sta determinando profonde conseguenze. Esso col- pisce le certezze dell’individuo, a partire dal principio d’indi- pendenza, fino poi ad influenzare l’effettivo vigore e funzio- namento del Bill of Rights. Il suo violento impatto sul robusto coacervo degli interessi privati, nella loro reciproca relazione e in quella col potere pubblico, sta contribuendo a creare una nuova società. Il presente articolo, che tenta di esplorare tali cambiamenti, propone in primis un esame sulla natura delle largess pubbli- che. In secondo luogo, prospetta una rivisitazione del sistema giuridico, sostanziale e procedurale, che attorno ad esse si è generato. In terza istanza, analizza alcuni tra i più rilevanti ef- fetti per i singoli individui, per gli interessi privati e per la so- cietà, considerando soprattutto la funzione della proprietà e la sua connessione con l’“interesse pubblico”. E, infine, si inter- roga sul futuro dell’individualismo in questa nuova società che sta venendo fuori. L’obiettivo è quello di presentare una pano- ramica d’assieme che consenta di indagare molte problemati- che apparentemente disconnesse tra loro. Tale sforzo risulterà, inevitabilmente, incompleto e provvisorio. Ma è ormai da tan- to tempo che abbiamo incominciato a percepire la trasforma- zione che sta avvenendo intorno a noi. Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:07:47. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . I. LE GOVERNMENT LARGESS A. Le forme di ricchezza di derivazione pubblica I beni che derivano dai rapporti con la pubblica ammini- strazione sono di molti tipi: alcuni riguardano essenzialmente le persone, altri concernono imprese e organizzazioni; alcuni sono evidenti forme di ricchezza, come i pagamenti diretti in denaro, mentre altri, come le concessioni e diritti di franchi- sing, sono indirettamente valutabili. Redditi e indennità. – Per un gran numero di persone lo Stato rappresenta una fonte diretta di reddito, anche quando non sussiste alcun rapporto d’impiego con esso. Ciò deriva dal loro peculiare status giuridico. Esempi a riguardo sono i Social Security benefits, le indennità di disoccupazione, gli aiuti per i figli a carico, le pensioni dei veterani: in una parola, l’intero sistema del welfare, centrale e periferico. Questa variegata ti- pologia di risorse pubbliche costituisce il principale guadagno per un segmento consistente della comunità. Il totale delle spese sociali – federali, statali e locali – attualmente, supera i 70 miliardi di dollari l’anno 1. Lavori. – Circa dieci milioni di persone ricevono proventi da fondi pubblici perché sono alle dirette dipendenze delle amministrazioni federali, statali, o locali 2. La dimensione della 1 U.S. DEPARTMENT OF COMMERCE, Statistical Abstract of the United States, 1963, Tavola 374, p. 283. 2 Ivi, Tavola 567, p. 435. Reich, Charles A.. La nuova proprietà : Traduzione e introduzione di Francesco D'Urso, G. Giappichelli Editore, 2014. ProQuest Ebook Central, http://ebookcentral.proquest.com/lib/biblioucv/detail.action?docID=2097658. Created from biblioucv on 2023-05-05 13:07:47. C op yr ig ht © 2 01 4. G . G ia pp ic he lli E di to re . A ll rig ht s re se rv ed . La nuova proprietà 4 forza-lavoro impiegata nel pubblico è aumentata costantemen- te dalla fondazione degli Stati Uniti ad oggi e pare probabile che essa continuerà ad aumentare. Se ai tre o quattro milioni di persone occupate nelle industrie della Difesa 3 – che esisto- no